Recalcati: “Quanta fragilità dietro l’esibizione di potenza virile”
di Massimo Recalcati, repubblica.it, 10 luglio 2016
Il genere maschile è ingombrato dal fallo, sentenziava Lacan. In modo prosaico questo ingombro occupa sin dall’inizio l’immaginario dei bambini intenti a giocare a chi tra loro è dotato di maggior forza nel getto della pipì o a misurarsi con vergogna o senso di superiorità l’organo sessuale. L’attaccamento dell’uomo al proprio fallo è una costante difficile da spezzare. L’effetto maggiore di questo ingombro è una certa idiozia che, per esempio, costringe gran parte dei maschi a trascorrere tutta la propria vita gareggiando a chi la fa più lontano! È la stessa idiozia che alcuni anni fa mi si manifestò inequivocabilmente mentre passeggiando per Roma rimasi ad osservare le scene finali della celebrazione di un matrimonio. Gli sposi, giovani e belli come vuole il copione più tradizionale, si stavano concedendo agli sguardi ammirati e felici del loro pubblico appena usciti dal grande portone della Chiesa. Una bella macchina d’epoca, addobbata per l’occasione, li attendeva a pochi passi. Concedendosi alle richieste di parenti e amici a scambiarsi un bacio i due giovani sposi si strinsero l’uno all’altra teneramente, ma, mentre le labbra di lei si offrivano inermi e soavi a quelle dell’uomo appena divenuto suo marito, questi con la coda dell’occhio non riuscì a resistere alla tentazione di contemplare la vettura notando che su di un parafango era caduto un notevole escremento di piccione.
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